Cos’è e come si manifesta il “binge eating”?

Esiste un problema legato al comportamento alimentare che prende il nome di binge eating, ovvero disturbo da alimentazione incontrollata. Rispetto ad altri disturbi dell’alimentazione che sono maggiormente frequenti nella popolazione femminile, il binge eating si manifesta in alta percentuale anche tra gli uomini.

Dal momento che l’Università online Niccolò Cusano di Siracusa presta molta attenzione a questi temi, il nostro staff ha deciso di dedicare un approfondimento al binge eating.

Binge eating: cos’è e come si manifesta

Cos’è il binge eating? Con questo termine inglese si indica un disturbo da alimentazione incontrollata. Tra i disturbi alimentari, il binge eating si manifesta quando si è in presenza dei seguenti sintomi:

  • episodi ricorrenti di abbuffate associati a comportamenti quali mangiare molto più velocemente del normale, mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni, ingerire grosse quantità di cibo sia in presenza che in assenza di appetito e mangiare in solitudine per vergogna
  • sensazioni di disagio nei confronti del comportamento bulimico
  • abbuffate che si verificano almeno 2 volte la settimana per circa 6 mesi

Al termine delle abbuffate spesso il soggetto avverte un forte senso di colpa o di vergogna. A differenza di disturbi come la bulimia nervosa, non vi è il ricorso a condotte di eliminazione, come ad esempio il vomito.

Se questi sono i sintomi per riconoscere il problema del binge eating, quali sono i fattori che possono scatenarlo?

Alla base di questo comportamento vi sono fattori:

  • Affettivi
  • Genetici
  • Neuroendocrini
  • Sociali

Fattori affettivi

Come si può intuire, le esperienze di vita infantile possono agire sul comportamento alimentare. Stati depressivi dei propri genitori, tendenza all’obesità o continui commenti rispetto alla forma e al peso agiscono sul comportamento rispetto all’alimentazione. Dietro le abbuffate da Binge eating vi è il tentativo di una fuga emotiva e l’incapacità di gestire gli impulsi. Per questo, simili comportamenti sono spesso accompagnati da altre tendenze come tossicodipendenza, autolesionismo, etilismo e promiscuità sessuale. Rispetto ad altri disturbi alimentari, in questo caso, la canalizzazione del pensiero sul cibo, l’aspetto o la forma è meno spiccata.

Fattori genetici

Rispetto al fattore genetico, gli studi dimostrano che sono maggiormente colpite le persone che hanno almeno un parente di primo grado che soffre di questa patologia.

Fattori neuroendocrini

Dietro alle grandi abbuffate, la ricerca dimostra che possono esserci anche fattori ormonali. In particolare sono stati studiati fattori quali insulina, adiponectina, leptina, grelina e cannabinoidi.

Fattori sociali

Vi sono poi fattori sociali che possono favorire la tendenza al Binge eating e altri disturbi dell’alimentazione. Ecco alcuni esempi. La pressione sociale per la magrezza, l’uso del cibo da parte dei genitori come ricompensa per i bambini, l’esposizione fin da piccoli a continui commenti sull’aspetto fisico.

binge eating donna

Come curare il Binge eating

Qual è il trattamento da mettere in atto per curare questo disturbo? Per un simile problema, occorre un approccio multiprofessionale integrato. Una cura efficace del disturbo deve prendere in considerazione l’intervento di tre figure che andranno a curare la parte medico-internista, quella nutrizionale e quella psicologica.

Il punto di partenza dovrà essere una rieducazione nutrizionale. È importante che il paziente prenda consapevolezza del proprio corpo e venga rieducato ad uno stile alimentare sano e corretto. La cura dovrà prevedere l’eliminazione di cibi spazzatura ed un percorso per riconoscere la fame fisica da quella psicologica. Con l’intervento dello psicologo, il paziente dovrà imparare a separare le emozioni dal cibo e gestire il mondo affettivo con altri mezzi, senza abbandonarsi all’impulso di mangiare. Un soggetto che soffre di Binge eating dovrà essere educato ad uno stile di vita salutare che possa ridurre problemi internistici legati all’obesità.

Master in Psicologia del comportamento alimentare

Ora che abbiamo visto cos’è il Binge eating, come si manifesta e come curarlo, entriamo nello specifico della proposta Unicusano. Il nostro Ateneo ha attivato un Master di II Livello in Psicologia del comportamento alimentare. Obiettivo del Master è formare operatori esperti in Psicologia del comportamento alimentare in possesso di competenze necessarie ad acquisire informazioni utili all’analisi del problema.

Il Master è rivolto a studenti in possesso di laurea magistrale in psicologia e laurea in medicina.

Ha una durata annuale di 1500 ore di impegno complessivo, corrispondenti a 60 cfu e si svolge in modalità e-learning tramite la piattaforma di Unicusano.

I corsisti del Master potranno operare per fornire:

  • prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare
  • sostegno psicologico ai pazienti e ai loro familiari
  • consulenze ai genitori di bambini che presentano rifiuto per il cibo
  • supporto all’educazione alimentare

Come avrai intuito, si tratta di una tematica molto delicata che richiede una grande preparazione da parte di figure professionali coinvolte nella cura del disturbo. Se desideri operare in questo settore, una laurea in Psicologia seguita dal nostro Master può essere il percorso giusto da fare.

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