Filosofi del Novecento: i 5 esponenti da ricordare

Sei alle prese con l’esame di filosofia presso l’Università online Niccolò Cusano di Siracusa e stai studiando i filosofi del Novecento?

Se vuoi approfondire le tue conoscenze in materia, leggi la nostra guida. Ti aiuteremo ad avere un primo approccio alla filosofia contemporanea e conoscerai 5 esponenti da ricordare.

Filosofi del Novecento: cenni alla filosofia moderna

Prima di scoprire il pensiero di alcuni dei filosofi più rappresentativi del Novecento, ripercorriamo brevemente questo periodo storico.

Il XX secolo è stato caratterizzato da diverse correnti di pensiero e forti cambiamenti.

Si tratta  di un periodo segnato dallo sviluppo culturale, dalla scoperta di nuovi mezzi di comunicazione e trasporto, da grandi imprese come il primo viaggio dell’uomo sulla luna. Dall’altra parte però è stato anche segnato da scoperte e fatti che hanno avuto conseguenze negative sulle popolazioni. Pensiamo alla scoperta di nuove armi, alla nascita dei regimi totalitari e ai drammi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale.

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Filosofia analitica e filosofia continentale

Per quanto riguarda la filosofia moderna del XX Secolo ci troviamo di fronte ad una macro suddivisione, quella tra filosofia analitica e filosofia continentale.

La filosofia analitica nasce nei primi anni del Novecento, in Inghilterra e negli Stati Uniti, e si presenta come una filosofia scientifica basata sulla logica e concentrata sui dettagli.

Con il termine filosofia continentale invece si fa riferimento alla filosofia che nasce nel continente europeo, in particolare Francia e Germania. Si presenta come una filosofia umanistica fondata sulla storia, che si occupa del senso della vita e dei rapporti interpersonali.

Ora che abbiamo inquadrato il XX secolo sia da un punto di vista storico che filosofico, vediamo 5 filosofi del Novecento che abbiamo selezionato per te.

Karl Popper e il principio di falsificazione

Tra i filosofi moderni citiamo Karl Popper, filosofo ed epistemologo austriaco, nato a Vienna nel 1902 e morto a Croydon nel 1994.

La tesi centrale del pensiero filosofico di Popper è che la conoscenza umana è incerta, in quanto non esistono verità su cui poterla fondare.

Popper si pone contro quelle teorie scientifiche che pretendono di descrivere il mondo, ma la cui pretesa non può essere provata. Contro il principio di verificazione, Popper sviluppa il principio di falsificazione, secondo il quale tutte le teorie scientifiche posso essere empiricamente falsificate. Gli scienziati dovrebbero pertanto cercare di smentire una teoria in modo da verificare se sia valida o meno. Una teoria per essere scientifica deve essere confutabile. Deve cioè essere sottoposta ad un controllo che possa falsificarla.

Martin Heidegger e la questione dell’essere

Il secondo esponente della filosofia moderna di cui parleremo è Martin Heidegger. Filosofo tedesco nato nel 1889 da una famiglia cattolica e morto nel 1976.

E’ considerato il massimo esponente dell’esistenzialismo. La sua opera più nota è “Essere e Tempo”, un saggio incompiuto che ha come filo conduttore il problema del senso dell’essere nell’orizzonte del tempo. In “Essere e Tempo” Heidegger tratta la questione ontologica che ha costituito il nucleo della metafisica già dai tempi di Platone, ovvero che cos’è l’essere.

Nella sua opera, il filosofo sostiene che gli uomini sono esseri viventi che aspettano qualcosa. In questa visione l’uomo vive in attesa di un senso ed è consapevole di dover morire. L’esistenza trova il suo compimento, il suo fine, nella morte. Dunque l’essenza dell’esserci è l’essere-per-la-morte.

L’esistenzialismo di Jean Paul Sartre

Passiamo ora a Jean Paul Sartre, filosofo, scrittore, drammaturgo e critico letterario nato a Parigi nel 1905 e morto nel 1980. Sartre è, tra i filosofi del Novecento, uno dei maggiori esponenti dell’esistenzialismo. Nel suo pensiero ogni individuo è libero e responsabile delle proprie scelte. Ciò che accade nel mondo, come la guerra stessa, è frutto della responsabilità della scelta originaria, pertanto non vi sono casi accidentali.

In questo contesto vogliamo dedicarci al pensiero filosofico di Sartre sull’amore. L’amore è un tentativo di unione tra l’io e l’altro per dare un senso alla propria esistenza. Poiché in amore ognuno vuole essere l’assoluto per l’altro, volendo entrambi la stessa cosa, il risultato è il conflitto.

L’amore è dunque delusione, perché nessuno, secondo Sartre, trova realmente ciò che cerca.

Jürgen Habermas e la scuola di Francoforte

Sociologo, filosofo, politologo, epistemologo ed accademico di origine tedesca, Jürgen Habermas è nato a Düsseldorf nel 1929 ed è uno dei massimi esponenti della Scuola di Francoforte. I principali temi trattati sono filosofia, semiotica e sociologia.

Nel pensiero filosofico di Habermas troviamo due volti: quello francofortese vicino ai temi della scuola e quello linguista. Con Habermas si parla infatti di svolta linguistica. Il linguaggio inteso come strumento di comunicazione è anche un comportamento.

Parlare è agire e l’azione ha sempre un fine. Il pensiero dunque si esprime attraverso il linguaggio ed esprime quindi un comportamento.

Una delle teorie più note di Habermas è la teoria dell’agire comunicativo, per cui l’agire viene considerato un’interazione che si costituisce in base a regole fondate nella comunicazione linguistica.

Umberto Eco e la sua interpretazione della realtà

L’ultimo dei filosofi del Novecento che abbiamo selezionato è Umberto Eco. Nato ad Alessandria nel 1932 e morto a Milano nel 2016, Umberto Eco è uno degli intellettuali più noti tra gli studenti, soprattutto per il celebre romanzo “Il nome della rosa”.

Con lui parliamo della filosofia del linguaggio. In sintesi, Eco sostiene che:

“l’oggetto si rivela nella misura in cui il soggetto si esprime.”

Ciò vuol dire che il modo in cui interpretiamo un oggetto dipende dalle persone che lo considerano e quindi l’oggetto varia a seconda del soggetto.

Allargando il pensiero, possiamo dire che Eco sostiene che la verità non è univoca, ma è data da un infinito processo interpretativo di oggetti. Questa concezione di interpretazione viene estesa, in semiotica, al concetto di segno. La relazione tra la parola (significante) e la cosa reale cui fa riferimento il segno è convenzionale.

Siamo giunti al termine di questa breve guida in cui ti abbiamo fatto assaporare solo alcuni dei principali filosofi del novecento. Ce ne sono molti altri che scoprirai studiando i tuoi libri. Immaginiamo che l’impegno richiesto sarà notevole, per questo vogliamo salutarti lasciandoti qualche buon consiglio. Leggi il nostro articolo su come studiare bene per preparare il tuo  esame di filosofia.

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